domenica 8 novembre 2015


E  come  vErità
Testo di Giovanni Faccenda (catalogo Oltre le muse - editoriale Giorgio Mondadori)


«Bellezza è verità, verità è bellezza, - questo solo
sulla terra sapete, ed è quanto basta.»
John Keats, Ode su un’urna greca


Come estraniati in una dimensione dello spirito remota, i lavori di Elena Rede suggeriscono, anziché esibire, quel qualcosa di lei che è, insieme, ieri, oggi e domani. Vi collima, leggera quanto un refolo di maestrale, la verità di sentimenti altrimenti taciuti: indizio, questo, di chi si è sempre vista indagata nella propria apparenza, dimenticando - gli altri, il mondo, la gente - che in lei resistono profondità di stati d'animo timorosi di non essere condivisi o di esserlo solo in parte. In minuscola parte.

Così, dipinge e scolpisce corpi, volti, anime, ove è dato di incontrare quella parte di sé che vive dall'altra parte dell’universo, in un raccoglimento lirico, romantico e abissale.
«Nomen omen», secondo l’antica locuzione latina. E il suo destino, e al contempo il suo segreto, echeggiano davvero in quel duplice riferimento anagrafico: con quelle «e» ricorrenti che dicono a chi la guarda, ma non la vede, che lei è questo «e» questo «e» ancora questo. Altro.

Giovanni Faccenda
Venezia, luglio 2015

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